
Le piante carnivore si nutrono principalmente di insetti e artropodi. Non mangiano carne e molto spesso
non riescono neanche a finire un insetto per intero. Quando “mangiano” usano la loro vittima per ricavarne
azoto, fosforo e altri nutrienti che non troverebbero nei terreni dove crescono abitualmente. Sono ottime
per liberarsi delle zanzare!
Le varietà più famose di piante carnivore
La più famosa tra le piante carnivore è la Dionea che usa un meccanismo di cattura a scatto. Come l’insetto si posa su di essa, scatta e con le sue “ ciglia” non permette all’interno di scappare. Una volta catturato produce dei particolari
enzimi che gli permettono di digerisco vivo. Questo processo può durare diverse settimane.
Un’altra pianta carnivora famosa è la Saracena. Ha una forma simile lunghi coni gelato che possono
raggiungere anche la lunghezza di un metro. La sua arma si chiama ascidio . Quest6ha la forma di un
“pozzo” Nel quale la preda viene intrappolata. Un altra varietà è la Drosera, le sue foglie sono piene di piccolissimi tentacoli appiccicosi che sono in grado di avviare la preda.
Come curare le piante carnivore
Sbagliatissimo è cercare di procurare cibo alla piante carnivore, sarà lei da sa, e quando ne avrà bisogno, a
procurarmelo. È sempre preferibile irrigare queste piante con acqua piovano o acqua ad osmosi o quella
più comune del condizionatore. Non tollerano terrene fertili o con ph elevato. La miscela perfetta è in
rapporto 3:1 di torba bionda acida di spagnolo e sabbio orticola. Il ph ideale va da 3 a 4,5 e il terreno non
deve contenere azoto. Hanno bisogno di tantissima luce tranne che per alcune specie. La temperatura
ideale invece cambia a seconda della specie.
La Dionea
La Dionea è attualmente una delle piante più ricercate tra le carnivore. In tanti la comprano per coltivarla in casa, ma è bene sapere che questo tipo di pianta non può vivere dentro casa, ma bensì fuori, in balcone. Si tratta di una pianta nordamericana rustica che deve vivere all’esterno, anche quando fa molto freddo. Durante l’inverno, infatti, entra in una specie di letargo, un po’ come la maggior parte delle piante che perde le foglie in autunno e le rimette in primavera. Un consiglio sulla Dionea: non far scattare la trappola senza che vi sia un insetto all’interno.